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16/6/2021

Convegno "La plusdotazione in un mondo che cambia" . Conosciamo i relatori

Dott. Bonfiglio, la conosciamo come fondatore di Noah -Innovation for health-, la startup che sviluppa soluzioni innovative, di alto valore tecnologico, per la promozione del benessere e per la cura della persona in ambito psicologico e per le numerose collaborazioni con Artemislab. Il prossimo 26 giugno sarà uno dei relatori del convegno online “La plusdotazione in un modo che cambia. Valorizzare il dialogo tra cognizione ed emozione”. Qual è il suo background in ambito accademico e professionale? Oggi su quali aree è focalizzata la sua attività?

 

La mia formazione in ambito psicologico si è sviluppata a partire dalla mia passione per l’intelligenza artificiale. Ho iniziato ad interessarmi di intelligenza artificiale in un momento in cui non era ancora conosciuta come oggi, io volevo capire come fosse possibile utilizzarla e applicarla al comportamento e alla mente umana per simulare processi cognitivi, utilizzando programmi e tecnologie informatiche. Questo interesse ha continuato a svilupparsi anche dopo la laurea in Psicologia presso “La Sapienza” di Roma, attraverso il percorso di dottorato di ricerca presso l’Università di Pavia. Ho imparato molto studiando con il mio mentore Prof. Eliano Pessa, i modelli e i sistemi neurali artificiali. Ho sempre trovato stimolante  lavorare in modo multidisciplinare, all’interno di gruppi in cui si integrano le competenze dei singoli come la matematica, l’informatica, la fisica, la psicologia, la sociologia ecc., per strutturare un modello neurale, simularlo (cioè testarlo) e vederne i risultati. Quindi la passione per l’innovazione e le tecnologie innovative è sempre stata un caposaldo del mio percorso formativo e professionale, parallelamente mi sono però anche formato in ambito clinico, attraverso una scuola di specializzazione in psicoterapia e successivamente approfondendo lo studio e l’applicazione delle tecniche di ipnosi. 

Dopo il dottorato ho iniziato ad insegnare Psicologia Generale, Psicologia della Comunicazione e Metodologia presso l’Università di Pavia, e allo stesso tempo esercitavo l’attività clinica privatamente o facendo consulenza all’interno dei contesti scolastici e per le aziende. L’esperienza maturata nel lavoro con le persone e nei contesti come la scuola e le aziende, mi ha portato a strutturare un modello di trattamento orientato alla resilienza. Questo modello è stato utilizzato in diversi servizi di cura per le dipendenze a Milano e sono state prodotte diverse pubblicazioni e ricerche sulla sua efficacia. 

L’esperienza come responsabile scientifico nei servizi di cura mi ha stimolato a sviluppare percorsi di trattamento innovativi e altamente tecnologici, anche in relazione ai rapidi progressi nel campo dell’hardware e del software, e alla possibilità di utilizzare le nuove tecnologie anche per la cura di problemi psicologici e delle patologie. L’esperienza maturata e i risultati delle sperimentazioni che ho svolto, alcune pubblicate su riviste scientifiche, mi hanno portato a creare e avviare una start-up (www.noahealth.it) con l’obiettivo primario di sperimentare ed utilizzare le nuove tecnologie nell’ambito della prevenzione e della cura della sofferenza psicologica. Non ho mai abbandonato l’ambito della ricerca e presso l’Università di Bologna sto portando avanti un progetto di ricerca innovativo sulla valutazione dell’ADHD, con un focus particolare sulle funzioni esecutive. 

Proseguo inoltre l’attività nell’ambito degli interventi finalizzati alla riduzione degli outcome negativi nelle persone che presentano una dipendenza.

All’interno del progetto ArtemisLab collaboro nei percorsi di assessment relativi alla valutazione delle funzioni esecutive e alla regolazione emotiva, e dei training innovativi per potenziarle.

 

Da dove deriva il suo interesse per il mondo della plusdotazione? E’di origine accademica, professionale o personale?

Il mio interesse per l’ambito della plusdotazione è nato nel confronto con colleghi che sono stati tra i primi ad occuparsene in Italia a livello universitario. Il mio interesse è stato fin da subito rivolto verso gli aspetti emotivi e le funzioni esecutive che, in certe situazioni e per certi studenti, possono  avere ricadute negative sugli apprendimenti e compromettere il benessere globale. In particolare mi riferisco a difficoltà che possono presentarsi a livello di regolazione emotiva, nonché difficoltà di attenzione, concentrazione e/o controllo degli impulsi. Questi sono tutti temi molto “cari” alla Psicologia Generale, ambito in cui mi sono formato e in cui lavoro. Il mio interesse per l’innovazione e la ricerca, mi ha portato a sviluppare percorsi di valutazione ed intervento mirati che utilizzano le nuove tecnologie. Infatti sono ormai numerose le  ricerche che evidenziano l’efficacia di tecnologie come la neurostimolazione, o l’uso della realtà virtuale per migliorare difficoltà o situazioni in cui sono presenti sintomi legati a difficoltà emotive e di controllo degli impulsi, migliorando la qualità di vita di molti ragazzi/e adolescenti plusdotati. 

 

Su cosa verterà il suo intervento al convegno? 

Il mio intervento ha come titolo “Gestire le Emozioni. La tecnologia come alleata nei percorsi di supporto” e si concentrerà proprio sul tema della regolazione emotiva. Argomento forse poco trattato ancora sul piano scientifico in questo ambito. Le domande a cui cercherò di rispondere sono: “Possiamo aiutare le persone plusdotate nella regolazione delle emozioni? Con quali strumenti potremmo farlo?”.  Il mio focus primario si concentrerà sull’uso delle nuove tecnologie. Ci sono molti vantaggi nell’uso degli strumenti tecnologici con i ragazzi, per prima cosa questi strumenti sono accattivanti, perché proposti ad esempio sotto forma di serious game, aspetto che in molti casi aumenta la motivazione e la compliance sia nella valutazione, rendendola molto dinamica e anche divertente, sia nell’eventuale successivo intervento di trattamento. Inoltre sono strumenti che coadiuvano il lavoro del professionista nell’intervento, dando continuità all’intervento e aumentando l’efficacia del lavoro di consulenza e clinico. Spero davvero di poter stimolare l’interesse e aprire al publico nuove prospettive. La mia collaborazione con  ArtemisLab è sempre più attiva, proprio nell’ambito dell’assessment e dell’intervento sulle funzioni esecutive attraverso le nuove tecnologie, molto utile soprattutto nelle situazioni di doppia eccezionalità o quando ci sono delle particolari fragilità.

 

Per maggiori informazioni e  iscriversi al convegno 

https://formazionecontinuainpsicologia.it/corso/convegno-plusdotaz

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