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19/8/2020

NUOVE TECNOLOGIE UNA RISORSA PER LA DIDATTICA CON GLI STUDENTI PLUSDOTATI

di Roberta Renati e Giulia Carlotta Castelli

 

In questi giorni tanto delicati per la scuola, che hanno visto i docenti, gli studenti e i genitori in prima linea nella sperimentazione (forzata) delle modalità di didattica a distanza, la tecnologia si è imposta ha riaperto la possibilità di pensare a nuovi scenari nell’ambito della didattica. 

Se ben gestito, l’utilizzo delle nuove tecnologie rappresenta una risorsa importante a livello didattico ed educativo, aprendo ponti tra casa e scuola e nuove possibilità di espressione del potenziale e del talento degli studenti. Si aprono così scenari per lo sviluppo di una programmazione didattica che dia più valore allo strumento tecnologico, integrandolo realmente come strumento nella metodologia didattica quotidiana. 

Chiaramente la tecnologia è uno strumento integrativo, attraverso cui veicolare contenuti e stimolare il pensiero, chiaramente non può sopperire al bisogno di socializzazione e interazione in presenza, ma potrebbe essere inserito a pieno titolo nell’attività curriculare, per esplorare nuove possibilità e dare spazio a quegli studenti che hanno esigenze di apprendimento particolari, come gli studenti plusdotati.

 

Ma è davvero una novità?

 

Da tempo si parla dell’uso che si dovrebbe fare a livello scolastico delle cosiddette “tecnologie dell’informazione e della comunicazione”, in inglese Information and Communications Technology (ICT). Sono diverse, infatti, le strategie didattiche che possono essere adottate dai docenti, in un’ottica inclusiva, soprattutto per chi necessita di bisogni educativi particolari, come gli studenti gifted. Tra le differenti attività didattiche, l’uso delle ICT sembra rappresentare un’importante risorsa, in grado di offrire a questi studenti una forma di apprendimento personalizzato, che calzi con la singolarità dell’individuo e che possa essere stimolante, opportunamente sfidante, nonché in linea con i loro interessi e le loro peculiarità. All’interno del contesto scolastico, accade spesso che la programmazione didattica tradizionale non riesca a rispondere agli specifici bisogni degli studenti ad alto potenziale, che si vedono costretti a confrontarsi con un programma poco stimolante, aspetto questo che ha spesso ricadute negative sulla motivazione e, nei casi più estremi anche sul comportamento dello studente e sull’affezione alla scuola. Inoltre, la mancanza di stimolazioni adeguate, fa si che il bambino plusdotato si debba confrontare con attività ripetitive ed eccessivamente semplici, che riguardano acquisizioni già fatte, attività che vengono coì svolte in tempi brevi e con poca cura. Ciò può essere dannoso, poiché il bambino gifted impara presto che non si deve impegnare eccessivamente per raggiungere gli obiettivi del programma, ottenendo ottimi risultati senza alcuno sforzo. Questo non lo sostiene nella costruzione di un metodo di studio e, nell’arco dell’intero percorso scolastico, potrebbe avere ripercussioni non solo sulla motivazione e sull’andamento scolastico, ma anche sull’apprendimento. È quindi fondamentale che le capacità di questi studenti vengano individuate e adeguatamente stimolate, per impedire quella insofferenza per la scuola che spesso accusano, e che sfocia nel cosiddetto underachievement. Inoltre, a volte accade che gli studenti gifted si sentano o vengano emarginati dai pari ed etichettati come diversi, bizzarri, oppure turbolenti e confusionari; ciò non fa che promuovere la loro chiusura e la loro frustrazione.

In questo senso, le ICT possono fornire un grande contributo. 

Le ICT comprendono tutte le risorse necessarie per manipolare, gestire e trasmettere le informazioni, come computer, software, reti, siti e piattaforme web. Questi strumenti possono essere utilizzati dai docenti in un’ottica inclusiva, aiutando a coltivare gli interessi e le competenze, anche relazionali, degli studenti plusdotati. 

La letteratura, mette in luce alcune ICT particolarmente utili a questo gruppo di studenti, grazie alle quali sarebbero in grado di sviluppare le loro abilità e passioni, migliorando la propria creatività e approfondendo i loro particolari interessi personali, promuovendo anche i bisogni di socializzazione.

Le MOBILE LEARNING, dette anche m-learning, sono tutte quelle forme di apprendimento che sfruttano il potenziale offerto dalle tecnologie wireless e portatili, che permettono quindi di accedere alle risorse educative in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo tramite i vari devices tecnologici. Il mobile learning supporta l’apprendimento personalizzato e individualizzato, focalizzandosi sui bisogni di ogni singolo studente, sostenendo creatività, collaborazione, attività di apprendimento critico e la comunicazione con gli altri studenti.

Altra tecnica ICT sono le DIGITAL CLASSROOM, ovvero le classi digitali: esse hanno le medesime caratteristiche delle classi tradizionali, ma non richiedono la presenza fisica degli alunni, se non quella “virtuale”. Gli elementi fondamentali che rendono le classi digitali un ottimo strumento di condivisione e comunicazione sono video, chat, slide e lavagne virtuali condivisibili, ma anche discussioni e strumenti particolari, come il digital storytelling. 

Infine, un’altra tecnica ICT utile è la DISCUSSIONE ONLINEuna particolare forma di classe online improntata al confronto reciproco: promuove il pensiero critico, il problem solving e aiuta a consolidare le conoscenze. Nelle discussioni online, è fondamentale la presenza e la figura di un moderatore, che presti attenzione al clima emotivo e alle dinamiche di interazione tra pari.

Interessante è anche l’approccio utilizzato in “BE COOL!” (Eysink, van Dijk, & de Jong, 2020), un progetto di apprendimento digitale che concilia il bisogno di sfida e di inclusione all’interno delle classi tradizionali. Questo progetto si fonda sull’utilizzo di un metodo di differenziazione chiamato “the ability-adjusted jigsaw method”: un metodo “ad incastro”, che incoraggia e supporta la cooperazione di bambini con differenti livelli di abilità, in un’ottica di interdipendenza positiva e responsabilità individuale. In particolare, il metodo utilizza compiti di indagine combinati con un supporto didattico differenziato in base alle abilità del singolo studente, promuovendo metodi di apprendimento attivi ed efficaci, non solo per i bambini gifted, ma anche per quelli non gifted. In questo progetto, viene data l’opportunità agli studenti gifted di impegnarsi in attività di apprendimento in linea con le loro esigenze e capacità specifiche, ma anche di progettare, scambiare idee e discutere non solo con i pari ad alto potenziale, ma con l’intera classe, tramite la partecipazione alternata a gruppi omogenei ed eterogenei rispetto alle proprie abilità. Gifted e non gifted lavorano insieme su un progetto concreto (come progettare una casa per vivere sulla Luna), in un setting in cui il contributo di ognuno è indispensabile: ogni studente diventa esperto di un particolare argomento, differenziato in base alla complessità, dando vita ad una cooperazione in cui non solo gli studenti imparano l’uno con l’altro, ma anche l’uno dall’altro. In questo modo, i bisogni cognitivi e socio-emotivi dei ragazzi gifted vengono soddisfatti, incoraggiando e supportando la cooperazione tra bambini con differenti abilità. Questo progetto dimostra come sia realmente possibile includere bambini di differenti livelli cognitivi in un ambiente di apprendimento digitale: ciò lo rende uno strumento prezioso che gli insegnanti possono usare per stimolare cognitivamente e coinvolgere socialmente studenti gifted in classe, in un’ottica sfidante ed inclusiva. 

In generale, è fondamentale anche l’approccio e l’interesse del personale docente all’uso delle ICT. È chiaro che le competenze in campo tecnologico degli insegnanti siano un elemento cruciale per l’uso di questi strumenti educativi: è infatti necessario che i docenti acquisiscano le competenze necessarie affinché queste risorse possano essere utilizzate al meglio, per ottenere migliori risultati nell’apprendimento. 

Le ICT si mostrano quindi utili sotto molteplici punti di vista: oltre a favorire la comunicazione, l’interazione, l’inclusione educativa e l’interdipendenza positiva, permettono agli studenti di ricevere un feedback immediato, tanto ricercato dalle nuove generazioni. Inoltre, costituiscono un supporto utile anche agli studenti con doppia eccezionalità: un alunno gifted con dislessia, per esempio, può trarre vantaggio dall’uso di un sistema di dettatura vocale, che agevola le sue prestazioni. 

 

In conclusione, attraverso l’uso della tecnologia, è possibile proporre e promuovere programmi educativi individualizzati, personalizzabili e focalizzati sui bisogni di ogni singolo studente. In questo senso, la tecnologia potrebbe costituire per i gifted uno strumento promotore di pensiero critico, e un canale di comunicazione utile ad adattarsi ai loro bisogni socio-emotivi, creando una rete che permetterà loro di sentirsi produttivi, creativi, stimolati e di avvicinarli non solo ad altri studenti con interessi simili, ma anche a quelli con diversi gradi di abilità, facendoli sentire parte integrante di un gruppo, e non più ai margini della classe. 

 

Il team di ArtemisLab supporta i docenti e le scuole nell’implementazione di progetti di didattica inclusiva utili a promuovere lo sviluppo delle risorse emotivo-relazionali oltre che cognitive, anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie, che possano essere di supporto all’individuazione e alla promozione del benessere dello studente pludotato e di tutto il gruppo classe.

Per informazioni [email protected]

 

 

 

 

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